Categorie testuali nei documenti di lavoro dei compositori

Bernhard R. Appel - Beethoven-Haus (Bonn)

Abstract


Fino al ventesimo secolo i compositori non hanno mai pubblicato musica nel senso stretto del termine, ma solamente testi prodotti in forma di manoscritto e quindi licenziati per lo più come testi a stampa. La musica ha origine solamente a partire da questo presupposto. Per investigare sul pensiero e sul lavoro compositivo, dunque, devono essere presi in considerazione principalmente i veri e propri testimoni manoscritti, non la musica attraverso essi prodotta. Con la “scrittura” dei propri documenti di lavoro – questi ultimi intesi come somma di tutte le tracce materiali e tangibili riconducibili al compositore stesso – i compositori consegnano non solo testi musicali (composizioni, schizzi, abbozzi, frammenti etc.) ma anche altre tipologie testuali in cui il testo musicale si trova incastonato. Anzitutto è necessario distinguere in maniera sistematica le forme, le funzioni e i significati di queste differenti tipologie testuali, quindi bisogna indagare sulle relazioni che tra loro intercorrono. Solamente attraverso il riconoscimento di queste differenti categorie testuali è possibile ricostruire la dinamica dei processi di lavoro e di scrittura. Dalla riflessione sulla tanto centrale quanto complessa categoria di “testo” derivano, per la critica genetica dei documenti di lavoro dei compositori, conseguenze che vanno valutate su un piano metodologico.

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DOI: http://dx.doi.org/10.13132/1826-9001/16.1838

Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press

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