Il mito d’Orfeo e l’arte coreica nel primo Seicento in Italia: Prima o Seconda Pratica?

Cecilia Nocilli - Universidad de Valladolid-Escuela Superior de Arte Dramático de Castilla y León

Abstract


Nel Seicento la danza perde il carattere cortese ed encomiastico conformandosi alle condizioni del teatro d’opera. Nella trattatistica coreica italiana del XVI e XVII secolo sono pochi gli esempi di danza concepita per le rappresentazioni teatrali, tuttavia essi trasmettono e descrivono la struttura, il carattere e il disegno coreografico di un genere specificamente drammatico. Nonostante gli innumerevoli studi e le odierne rappresentazioni de L’Orfeo di Monteverdi, la danza non sempre è stata adeguatamente presa in considerazione sul piano analitico e scientifico. In particolare, non si sono svolti studi sui movimenti scenici del coro e sulla sua funzione coreografica nel primo teatro musicale del Seicento. Sulla base dei riferimenti coreici e dei trattati scenici del Cinquecento e Seicento si vuole prendere in considerazione il teatro musicale di Claudio Monteverdi per esaminare la teoria della prima e della seconda pratica anche per quanto riguarda la danza.


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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.8.695

Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press

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