«Tempi concertati» di Luciano Berio: un caso di genesi intertestuale

Angela Carone - Università degli Studi di Pavia

Abstract


Nell’ambito degli studi filologici relativi alla produzione musicale del Novecento, un caso emblematico è rappresentato dal corpus di opere di Luciano Berio. Salvo poche eccezioni, la scarna quantità dei materiali preparatori pervenuti e la loro tipologia hanno impedito uno studio puntuale della genesi di molti lavori beriani. In alcuni casi, ricostruire le tappe del processo che hanno condotto alla definizione del progetto iniziale di un’opera richiede il ricorso a materiali non strettamente ‘compositivi’, quali gli scritti e soprattutto i carteggi di Berio: in tal senso, un esempio è offerto da Tempi concertati (1958-1960). Le lettere tra Berio, Gazzelloni e Pousseur confermano come il progetto iniziale dell’opera fosse correlato ad altre opere beriane scritte nello stesso periodo (Serenata, Sequenza I). Inoltre, tali lettere dimostrano come la decisione di suddividere l’orchestra di Tempi concertati in quattro gruppi sia stata influenzata da Scambi di Pousseur nonché dalla Gruppenkomposition codificata da Stockhausen. Il testo illustra le fasi iniziali della genesi di Tempi concertati: esse mostrano la fitta rete di rapporti intertestuali che hanno condizionato la nascita dell’opera e la definizione di alcuni suoi elementi costitutivi.

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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.9.654

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