Le edizioni ‘filologiche’ e la rinascita del fortepiano: «No Ur-text without Ur-instrument»

Mario Stefano Tonda - Conservatorio “G. Verdi” di Torino

Abstract


Possiamo considerare la rinascita del fortepiano tardo Settecentesco, avvenuta consapevolmente negli anni Settanta del Novecento, come estensione della stessa esigenza che già da tempo determinava l’adozione in ambito pianistico delle edizioni Urtext? Il presente intervento, nel tentativo di dare risposta al quesito, basa le proprie riflessioni prendendo spunto da una decisa affermazione di Tom Beghin, studioso e docente di fortepiano presso la Mc Gill University di Montreal: «No Ur-text without Ur- instrument». Nel motto del professor Beghin è insita la convinzione che il beneficio portato all’ambito esecutivo dalle cosiddette edizioni Urtext possa essere ‘sfruttato’ a pieno solo affidandosi a uno strumento originale (o sua replica). Accogliendo pertanto lo spunto offerto analizzeremo nel presente intervento la correlazione fra alcuni dei simboli musicali che le edizioni Urtext di musica del tardo settecento hanno saputo ripristinare (con particolare attenzione ai simboli di legatura e di appoggiatura) e la maniera in cui il loro effetto può essere restituito oggi con l’utilizzo di uno strumento ‘originale’.

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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.9.650

Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press

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