Nino Rota e il ‘motivo guida’ come ‘oggetto perduto’

Emilio Sala - Università di Milano

Abstract


Com’è noto, Fellini faceva un uso abbondante e alquanto peculiare dei ‘motivi guida’ («guide-tracks» o «temp-tracks») già sul set durante le riprese del film. Naturalmente i brani musicali utilizzati erano ancora provvisori e non tutti composti da o concordati con Nino Rota. In post-produzione il regista e il compositore si confrontavano per negoziare – talora in modo abbastanza conflittuale – quali ‘motivi guida’ conservare e quali sostituire con brani nuovi ideati da Rota sul modello dei precedenti. In questo processo di imitazione e di sostituzione, l’altrettanto noto attaccamento di Fellini all’universo sonoro della copia di lavorazione del film assume una rilevanza psicanalitica: il processo ‘transizionale’ (nel senso di Donald W. Winnicott) di oggettivizzazione e simbolizzazione che si compie nella post-produzione trasforma le temp-tracks e i materiali sonori usati sul set in presenze fantasmatiche che talora (ri)emergono nella versione finale del film. L’obiettivo del mio lavoro è quello di abbozzare una teoria psicanalitica per cercare di interpretare il ruolo giocato dai ‘motivi guida’ nel processo di formazione del film sia all’interno della collaborazione creativa tra Fellini e Rota, sia all’interno del dispositivo cinematografico in quanto tale.

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DOI: http://dx.doi.org/10.13132/1826-9001/21.2150

Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press

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