L’impatto organizzativo delle information and communication technologies

Pietro Previtali -

Abstract


Nella tradizione dei modelli contingency la tecnica è una delle variabili più studiate edanalizzate. A titolo esemplificativo si ricordano gli studi seminali di Stinchcombe (1965),Woodward (1965), Perrow (1967), Thompson (1967), Hickson, Pugh e Pheysey (1969),Jelinek (1977).La tecnica è definita da Perrone (1990, pg 281) come “l’insieme di norme, frutto di studioe di esperienza, che regolano attività di trasformazione della natura, in vista delsoddisfacimento dei bisogni dell’uomo, con riguardo soprattutto all’uso di strumentiappropriati a rendere più certi e meno costosi, in termini di tempo e di energie impiegati, ifrutti del lavoro”.Il fatto che qui si sia proposta una definizione non significa che ci sia in letteratura unampio consenso sul contenuto e su come studiare l’impatto della tecnica sull’organizzazione(Gerloff, 1989; Mintzberg, 1979; Reimann e Inzerilli, 1979). Viceversa gli studi organizzativiabbondano di approcci allo studio della tecnica molto differenti tra loro, per cui a volte: siconfonde a livello semantico tecnica con tecnologia; si differenzia l’oggetto dell’analisi alivello di materiali sottoposti a trasformazione, di processi di trasformazione, di conoscenzeapplicate e sviluppate (Gerwin, 1981; Scott, 1994); si considera la tecnica come variabileindipendente, facente parte dell’ambiente tecnico-scientifico esterno all’azienda e quindicome variabile non controllabile, ma anche come variabile dipendente, endogena al sistemaorganizzativo; si differenzia l’analisi a livello di compiti e mansioni, a livello di unitàorganizzative o a livello di sistema organizzativo; si operazionalizzano le variabili indagateutilizzando parametri e scale di misura molto eterogenee tra loro e quindi difficilmenteconfrontabili. E’ da segnalare inoltre una difficoltà oggettiva che questo tipo di analisi devefronteggiare, consistente nella non completa separabilità della variabile tecnica dalla struttura organizzativa (Gerwin, 1979): variabili strutturali come il grado di formalizzazione o lo spanof control possono essere considerate come tecnologie amministrative necessarie per renderepiù efficiente il processo di trasformazione degli input in output. Lo sforzo del ricercatore,secondo questa prospettiva, non è dunque tanto quello di insistere nell’affinamento delleanalisi comparative, per misurare e correlare le variabili tecniche alle variabili di struttura,quanto quello di utilizzare questi strumenti per interpretare la complessa realtà aziendale cosìche sia possibile agirvi.

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DOI: http://dx.doi.org/10.13132/2038-5498/2004.2.1-25

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