L’analisi array-CGH nello studio di quattro casi di pubertà precoce centrale

Alexandra Madè - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Francesca Marabotto - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Michela Re - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Paola Civallero - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Chiara Visconti - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Mariangela Cisternino - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


Descriviamo i casi di quattro bambine affette da pubertà precoce associata ad anomalie del sistema nervoso centrale, in cui è stata condotta un’indagine di genetica molecolare con tecnica array-CGH.
In una paziente è stata individuata una delezione distale de novo del braccio corto del cromosoma 9 [del(9)(p24.3-p23)], inquadrando il caso all’interno della sindrome 9p-, di cui fino ad ora sono stati descritti circa 100 casi [12], uno solo dei quali con pubertà precoce, descritto nel 1979 da SJ Funderburk et al [19]. A nostra conoscenza, quindi, questo sarebbe il secondo caso di pubertà precoce vera associata a delezione distale del braccio corto del cromosoma 9.
In altre due pazienti è stata riscontrata una delezione sul braccio corto del cromosoma 8: nel primo caso questa è localizzata a livello della regione 8p23.2 e determina la perdita di circa 67 Kb; nel secondo caso, invece, la delezione è molto più grande (9.5 Mb), localizzata in regione 8p23.3.1; tuttavia comprende interamente la delezione del caso precedente. In entrambi questi due casi la delezione comporta la perdita del gene CSMD1, noto per essere particolarmente espresso nell’embriogenesi, nell’ovaio ed in modo aberrante in alcuni tumori [13]. La nostra ipotesi è che la perdita di tale gene possa essere implicata, anche se non necessariamente in modo diretto, nell’insorgenza della pubertà precoce; ipotesi che appare assumere ancora più valore confrontando il dato con uno studio di Basinko et al. [21] che descrive un caso di pubertà ritardata associato, invece, alla duplicazione di CSMD1.
Nel quarto caso studiato è stata individuata una delezione a livello del cromosoma 8p22, che nel Database of Genomic Variants [16], risulta essere annoverata tra le varianti genetiche non patologiche e che, apparentemente, non sembra essere correlata con la patogenesi della pubertà precoce. Tuttavia, il dato deve essere valutato in modo critico, in quanto non è nota l’età di comparsa dei segni puberali e del menarca nel campione di popolazione utilizzato per la definizione delle varianti genomiche non patologiche. La conoscenza di questo dato potrebbe essere utile per poter eventualmente correlare l’età d’inizio della pubertà con varianti genomiche non considerate patologiche.


Full Text

PDF


DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.124.975



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press
Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

Privacy e cookies