Dermatofibrosarcoma Protuberans: approccio terapeutico basato su escissione conservativa-ampia, valuta-zione anatomopatologica e immunoistochimica e riparazione differita
Abstract
Il Dermatofibrosarcoma Protuberans (DFSP) è un tumore raro, a basso grado di malignità, localmente aggressivo e caratterizzato da elevata tendenza alle recidive dopo asportazione chirurgica.
La chirurgia rappresenta l’approccio terapeutico d’elezione; negli anni sono state utilizzate diverse tecniche, dall’escissione conservativa (<2 cm margine), all’ampia escissione (>2 cm margine), fino alla chemiochirurgia di Mohs, che finora si è dimostrata l’opzione terapeutica migliore a discapito però di notevoli costi, tempi d’attesa dilatati e laboriosità dell’intervento. È importante sottolineare che il tumore è scarsamente delimitabile e per questo le recidive sono frequenti dopo asportazione incompleta o insufficiente.
Questo studio ha preso in considerazione 6 casi consecutivi di DFSP escissi chirurgicamente dal 2002 al 2009 presso la Clinica Dermatologica della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.
Lo scopo del nostro lavoro è la valutazione di un’opzione chirurgica basata su escissione conservativa-ampia, seguita da diagnosi istologica e immunoistochimica, che garantisce una maggior sicurezza sulla radicalità dell’intervento, e riparazione differita della breccia risultante.
Questo tipo di trattamento ha dimostrato una percentuale di recidive di malattia inferiore rispetto all’escissione ampia tradizionale e alla chirurgia conservativa e sovrapponibile alla chirurgia di Mohs; inoltre ha costi, laboriosità e tempistica operatoria nettamente inferiori rispetto a quest’ultima tecnica e vi è la possibilità di un re intervento mirato sia lateralmente che in profondità in caso di positività dei margini di escissione. Potrebbe quindi essere preso in considerazione come una pratica e valida alternativa alla Chemiochirurgia di Mohs nella terapia del DFSP.
La chirurgia rappresenta l’approccio terapeutico d’elezione; negli anni sono state utilizzate diverse tecniche, dall’escissione conservativa (<2 cm margine), all’ampia escissione (>2 cm margine), fino alla chemiochirurgia di Mohs, che finora si è dimostrata l’opzione terapeutica migliore a discapito però di notevoli costi, tempi d’attesa dilatati e laboriosità dell’intervento. È importante sottolineare che il tumore è scarsamente delimitabile e per questo le recidive sono frequenti dopo asportazione incompleta o insufficiente.
Questo studio ha preso in considerazione 6 casi consecutivi di DFSP escissi chirurgicamente dal 2002 al 2009 presso la Clinica Dermatologica della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.
Lo scopo del nostro lavoro è la valutazione di un’opzione chirurgica basata su escissione conservativa-ampia, seguita da diagnosi istologica e immunoistochimica, che garantisce una maggior sicurezza sulla radicalità dell’intervento, e riparazione differita della breccia risultante.
Questo tipo di trattamento ha dimostrato una percentuale di recidive di malattia inferiore rispetto all’escissione ampia tradizionale e alla chirurgia conservativa e sovrapponibile alla chirurgia di Mohs; inoltre ha costi, laboriosità e tempistica operatoria nettamente inferiori rispetto a quest’ultima tecnica e vi è la possibilità di un re intervento mirato sia lateralmente che in profondità in caso di positività dei margini di escissione. Potrebbe quindi essere preso in considerazione come una pratica e valida alternativa alla Chemiochirurgia di Mohs nella terapia del DFSP.
Full Text
PDFDOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.123.751
ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press – Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"
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