Acido urico e rischio cardiovascolare

Linda Porretti - Clinica Medica II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Antonia Mancini - Clinica Medica II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Michela Tonani - Clinica Medica II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Clara Sacco - Clinica Medica II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Gabriele Savioli - Clinica Medica II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Carmine Tinelli - Unità di Biometria ed Epidemiologia Clinica, Direzione Scientifica, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Eugenia Marchesi - Clinica Medica II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


Un legame fra iperuricemia e disordini cardiovascolari è stato ipotizzato da decenni. Non è mai stato chiarito comunque se l’acido urico (AU) rappresenti solo un marcatore di rischio o sia un vero fattore di rischio. Questo studio si è proposto di verificare, in soggetti ipertesi di prima diagnosi, l’esistenza di una correlazione tra uricemia e parametri classici di rischio cardiovascolare (RCV) nonché tra uricemia e presenza di danno d’organo subclinico, sia cardiaco che renale. Sono stati arruolati 534 soggetti (166 donne e 368 uomini, età media 47 anni) affetti da ipertensione arteriosa primaria, esenti da complicanze. La prevalenza di soggetti iperuricemici è risultata del 15 %. Indice di massa corporea (BMI) e circonferenza addominale (CA) sono significativamente più elevati nei soggetti appartenenti al terzo rispetto al primo terzile di distribuzione di AU (p<0.001), così come gli score di RCV (Framingham e progetto cuore italiano), nonché glicemia (p<0.001), trigliceridemia (p<0.001), omocisteinemia (p<0.001), mentre i valori di C-HDL sono significativamente inferiori (p<0.001). L’uricemia è risultata significativamente più elevata nei soggetti con sindrome metabolica (SM) (p<0.001). Alla analisi multivariata i parametri della SM si correlano in modo indipendente con l’uricemia nel sesso maschile, mentre nel sesso femminile l’uricemia si correla significativamente solo con la CA elevata. I soggetti con ipertrofia ventricolare sinistra, rispetto a quelli senza, presentano valori di uricemia significativamente più elevati (p<0.01) così come quelli con microalbuminuria (p=0.01). I risultati ottenuti confermano l’utilità clinica della determinazione dell’uricemia nell’inquadramento del rischio cardiometabolico in pazienti ipertesi di prima diagnosi, in particolare nell’ottica di identificare i soggetti a maggior rischio di sviluppare danno d’organo.


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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.125.1043



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press
Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

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