Philomusica on-line, Vol 15, N° 1 (2016)

Le frottole di Antonio Caprioli da Brescia

Francesco Facchin

Abstract


Del compositore bresciano di inizi cinquecento Antonio Caprioli nulla sappiamo per l’ancora imperante silenzio dei documenti d’archivio. Un qualche sospetto sorge tuttavia a proposito della sua provenienza, perché Capriolo è una località situata nell’area collinare a sud del lago d’Iseo all’estremo occidentale della Franciacorta. Le composizioni conservatisi, tutte raccolte nelle edizioni a stampa di Ottaviano Petrucci, appartengono al genere frottolistico, tranne una lauda polifonica latina a 4 voci. Le poche fonti che le trasmettono hanno per lo più origine nel Veneto e confermano non solo la forte propensione dell’ambiente padano, e padovano in particolare, per la musica profana, ma anche lo stretto contatto con l’antico attraverso il rinnovato uso di cadenze arcaicizzanti della tradizione arsnovistica e il delinearsi di «veri nuclei compositivi ispirati a Petrarca»; caratteristiche alle quali non sfuggono le composizioni del Caprioli. Dall’altra parte, l’emergente presenza di testi del Pietro Bembo nelle opere del nostro compositore, ci informa sia della sua attenzione verso la nuova temperie culturale, sia della sua caratura tecnica e capacità di intervenire sul testo traducendone nel modo più appropriato le caratteristiche non solo formali ma soprattutto espressive.