Schwannoma intraosseo gigante della branca ileo-pubica: case report

Cristian Indino - Clinica Ortopedica e Traumatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Valentina Caretti - Clinica Ortopedica e Traumatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Valeria Peschiera - Clinica Ortopedica e Traumatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Matteo Marullo - Clinica Ortopedica e Traumatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Emanuela Boveri - S.C. Anatomia Patologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Erika Viola - Clinica Ortopedica e Traumatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Francesco Benazzo - Clinica Ortopedica e Traumatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


Lo Schwannoma intraosseo è una rara neoplasia benigna che origina dalle cellule di Schwann che colpisce, prevalentemente, la mandibola, ma può interessare anche l’osso mascellare, le vertebre e il sacro. Un solo caso di localizzazione della branca ileo-pubica è riportato in letteratura.
Clinicamente è caratterizzato da una sintomatologia aspecifica da correlarsi alla localizzazione e all’estensione della lesione: tumefazione, dolore tensivo e compressione dei tessuti molli limitrofi. Anche i segni radiologici sono di tipo aspecifico, ma benigni: appare spesso come una lesione osteolitica con margini ben definiti e sclerotici, multiloculata, che può presentare espansione corticale con possibili erosioni in assenza di calcificazioni intralesionali.
L’esame istopatologico su biopsia è fondamentale ai fini diagnostici. Lo Schwannoma mostra microscopicamente un caratteristico doppio pattern di organizzazione cellulare (aree di Antoni A e di Antoni B) e la presenza di corpi di Verocay. A testimonianza dell’origine dalle cellule di Schwann, si rileva una diffusa positività per l’antigene S-100.
Il trattamento di scelta prevede la completa escissione della lesione tumorale e la ricostruzione del segmento osseo asportato nel caso in cui esso non sia sacrificabile. Non si sono mai registrate trasformazioni maligne; eventuali recidive si sono riscontrate solo nei casi in cui l’escissione è risultata essere incompleta.
Descriviamo il caso di una donna di 63 anni che presenta una Schwannoma intraosseo gigante della branca ileo-pubica trattato con successo mediante escissione e ricostruzione mediante tessuto osseo autologo prelevato da cresta iliaca.


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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.124.851



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
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Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

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