Sindrome di Laron: sindrome da insensibilità del recettore all’ormone della crescita (GH)

Francesca Cantoni - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Carolina Bianco - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Sara Pagani - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Cristina Meazza - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Margherita Pozzi - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Maria Chiara Leoni - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Kamilia Laarej - Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


La sindrome di Laron o sindrome da insensibilità all'ormone della crescita è stata descritta per la prima volta dal Professor Zvi Laron nel 1966. Si tratta di una malattia ereditaria caratterizzata da un difetto genico del recettore del GH (GHR), che viene trasmessa in modo autosomico recessivo. Sono conosciute più di 100 mutazioni di diverso tipo a carico dei vari domini del GHR.
La malattia si associa a elevate concentrazioni sieriche di GH e a livelli molto bassi di IGF-I, che non aumentano in seguito a somministrazione esogena di GH.
I soggetti affetti da questa sindrome presentano un fenotipo caratteristico con bozze frontali prominenti, naso a sella, ipoplasia delle ossa facciali, capelli radi e sottili.
L’unica terapia prevista è la somministrazione di insulin-like growth factor I (IGF-I).
Il caso clinico qui descritto riguarda una bambina di origine egiziana affetta da sindrome di Laron a cui, per la precocità della diagnosi, è stato possibile somministrare il farmaco IGF-I (Increlex) non appena compiuti i due anni.
Esaminando l'albero genealogico della famiglia, si è osservato un rapporto di consanguineità tra i genitori e il caso di una cugina affetta dalla stessa sindrome nel ramo materno.
La bambina presentava elevati livelli di GH in contrasto a livelli indosabili di IGF-I. Dall’ analisi molecolare del gene del GHR è stata riscontrata la mutazione puntiforme IVS4+1 G>A in forma omozigote nella bambina e in forma eterozigote negli altri componenti della famiglia.
Una volta effettuata la diagnosi, si è iniziato il trattamento con Increlex a partire da basse dosi, per poi aumentarle progressivamente monitorando quotidianamente le condizioni della bambina onde evitare l’insorgenza di crisi ipoglicemiche.
Questo è il primo caso in cui il trattamento è stato iniziato così precocemente e, quindi, non si può prevedere quale sarà l'altezza finale che la bambina potrà raggiungere in età adulta. Si può ipotizzare che un trattamento iniziato così precocemente possa dare maggiori risultati rispetto a quelli iniziati più tardivamente.

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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.123.597



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
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Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

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