Iperplasia nodulare lobare del fegato. Osservazione di un caso

Francesco Meriggi - Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Riabilitazione e Chirurgia, Università degli Studi di Pavia, Pavia, Paola Tramelli - Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Riabilitazione e Chirurgia, Università degli Studi di Pavia, Pavia, Chiara Gasparetto - Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Riabilitazione e Chirurgia, Università degli Studi di Pavia, Pavia, Paolo Gramigna - Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Sezione di Riabilitazione e Chirurgia, Università degli Studi di Pavia, Pavia, Barbara Dal Bello - S.C. Anatomia Patologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


È riportato il caso di una paziente che, all’età di 13 anni (1993), presentava modesta epato-splenomegalia attri-buita a fibrosi epatica congenita, associata ad amartie vascolari e biliari senza segni di ipertensione portale. La comparsa di una massa epigastrica con sensazione soggettiva di rallentato svuotamento gastrico rendeva necessarie ulteriori indagini radiologiche e bioptiche per il sospetto di un tumore maligno epatico (2005-2006). Veniva, così, documentata una voluminosa formazione polilobulata e ipervascolarizzata a carico dell’emifegato sinistro, caratterizzata da noduli di rigenerazione epatocellulare e da fibrosi perinodulare associati ad anomalie vascolari (ramo sinistro dell’arteria epatica ipertrofico, tronco e ramo principale sinistro della vena porta non apprezzabili). All’età di 26 anni (2006) veniva sottoposta ad emiepatectomia sinistra. L’esame macroscopico del pezzo operatorio rilevava un parenchima epatico di tipo plurinodulare. A livello ilare si apprezzava, pure, arteria epatica (ramo sinistro) con calibro aumentato e vena porta (ramo sinistro) con calibro ridotto. Il ramo arterioso presentava decorso tortuoso con numerose collaterali ed anastomosi artero-venose. L’esame istologico del pezzo operatorio confermava la diagnosi di lesione epatica benigna rigenerativa (iperplasia nodulare lobare del fegato) verosimilmente secondaria ad una ipoperfusione portale non sicuramente attribuibile né a cause congenite né acquisite. Il decorso postoperatorio era regolare e la paziente veniva dimessa clinicamente guarita dopo 12 giorni dall’intervento. Benché da quasi quattro anni goda di buona salute ed i controlli radiologici periodici siano costantemente negativi, si ritiene prudente continuare la sorveglianza clinica nell’ipotesi di una possibile comparsa di nuove lesioni, rigenerative o di altra natura, a carico del parenchima epatico residuo.

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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.123.589



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
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Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

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