Valutazione funzionale del rachide dopo spondilodiscite

S. Ricotti - S.C. Riabilitazione Specialistica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, F. Dametti - S.C. Riabilitazione Specialistica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, E. C. Barosio - S.C. Riabilitazione Specialistica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, L. Praticò - Clinica di Malattie Infettive e Tropicali, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Lorenzo Minoli - Clinica di Malattie Infettive e Tropicali, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Paolo Orsolini - Clinica di Malattie Infettive e Tropicali, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Elena Dalla Toffola - S.C. Riabilitazione Specialistica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


Scopo. Valutare la funzionalità del rachide e la qualità di vita in pazienti con esiti di spondilodiscite, confrontandoli con una popolazione affetta da patologie degenerative del rachide, al fine di verificare il livello di disabilità e i possibili interventi terapeutici.
Materiali e metodi. Sono stati considerati 13 casi con esiti di spondilidiscite (gruppo SD, 7M, 8F età media 61); 13 pazienti affetti da patologia degenerativa algica del rachide (gruppo LBP, 3M, 10F età media 61) e 27 controlli sani (gruppo C, 11M 16F età media 22 anni range). E’ stata effettuata una valutazione clinica della mobilità rachidea ed è stata valutata la disabilità rachidea mediante Roland Morris Disability Questionnaire in tempi successivi.
Risultati. La valutazione clinica della mobilità rachidea ha evidenziato una maggiore rigidità, su tutti i piani di movimento esaminati, nel gruppo SD rispetto al gruppo LBP (p<0.001). Il gruppo dei controlli é risultato più mobile rispetto ai gruppi patologici (p<0.001).
Nel gruppo SD il punteggio Roland Morris è migliorato nel tempo senza tuttavia dimostrare una completa riduzione della disabilità (p<0.01). Durante il primo controllo a distanza ad 11 pazienti sono stati forniti consigli terapeutici: al secondo controllo 8 soggetti riferivano di aver seguito le misure terapeutiche consigliate (6 con beneficio completo, 2 con beneficio parziale). Inoltre tra i pazienti del gruppo SD, 8 (72%) riferivano un miglioramento dello stato di benessere generale e 5 (45%) della deambulazione rispetto al momento della visita.
Conclusioni. La spondilodiscite causa a distanza una limitazione funzionale ed una compromissione della qualità di vita superiore a quella dei soggetti affetti da rachialgia cronica. Dai follow up a distanza emerge come il monitoraggio del paziente affetto da esiti di spondilodiscite sia utile non solo dal punto di vista infettivologico e ortopedico, ma anche dal punto di vista riabilitativo al fine di migliorare l’outcome funzionale.

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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.122.541



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
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Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

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