A proposito di un caso di aftosi orogenitale: inquadramento clinico e diagnosi differenziale

Chiara Giorgini - Clinica Dermatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Erika Bonacina - Clinica Dermatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Claudia Pezzini - Clinica Dermatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Camilla Vassallo - Clinica Dermatologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


Il riscontro di lesioni aftosiche delle mucose è un’evenienza assai frequente nelle pratica clinica. Malgrado l’esatta incidenza di tale fenomeno sia difficilmente quantificabile, secondo alcune casistiche l’aftosi del cavo orale interesserebbe il 25% della popolazione mondiale [1], mentre sarebbero 20 milioni i casi di afte genitali globalmente osservati ogni anno [2]. La diagnosi di aftosi non presenta difficoltà nella maggior parte dei casi, sebbene, soprattutto nei pazienti con afte orogenitali ricorrenti o persistenti, il corretto inquadramento clinico-eziologico può risulare difficoltoso. Le afte ororgenitali possono infatti essere una manifestazione di malattie a prognosi benigna ma anche espressione di gravi patologie sistemiche. Riportiamo in questo lavoro il caso di una donna di 59 giunta alla nostra attenzione per la comparsa di aftosi orogenitale, il cui inquadramento clinico ha portato ad una diagnosi inaspettata.


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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.126.1579



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
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Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

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