Alcune considerazioni sulla farmacogenetica della risposta agli antidepressivi
Abstract
Sebbene da più di quarant’anni siano disponibili trattamenti efficaci per i disturbi dell’umore e d’ansia, il 30-50% dei pazienti depressi non risponde in modo adeguato al primo trattamento con antidepressivi. Si ritiene che i fattori genetici svolgano un importante ruolo nel determinare sia la variazione della risposta al trattamento che l’incidenza degli effetti collaterali. L’obiettivo della farmacogenetica è l’individuazione di marker predittivi della risposta agli agenti psicofarmacologici, utilizzati nella terapia dei disordini psichiatrici, e l’attuazione di una terapia farmacologica psichiatrica personalizzata. In questo campo sono stati ottenuti risultati promettenti per molte varianti di geni coinvolti nella farmacocinetica o nella farmacodinamica degli antidepressivi: tra cui i geni per il trasportatore della serotonina (5-HTT), per il recettore serotoninergico e per la pompa di efflusso presente nella barriera ematoencefalica (ABCB1). Inoltre alcuni dei geni associati con la risposta al trattamento ed i geni codificanti per i citocromi P450 sono risultati implicati nell’incremento del rischio di sviluppare effetti collaterali legati alla terapia con antidepressivi. Nell’ultima decina di anni è stato pubblicato un elevato numero di studi sulla farmacogenetica degli antidepressivi, ma i risultati appaiono contrastanti e non possono essere applicati nella pratica clinica. Questo articolo descrive i recenti sviluppi nel campo della farmacogenetica psichiatrica, focalizzando l’attenzione sui polimorfismi implicati nella risposta agli antidepressivi.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.126.1569
ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press – Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"
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