Emorragia cerebrale intraparenchimale spontanea in pazienti ricoverati in Neurorianimazione

Marta Bianchi - Clinica di Anestesia e Rianimazione II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Michele Pagani - Clinica di Anestesia e Rianimazione II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Giorgio Iotti - Clinica di Anestesia e Rianimazione II, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


Le emorragie cerebrali spontanee (ICH) rappresentano un’importante causa di ammissione in Terapia Intensiva, colpiscono tutte le fasce di età e sono associate ad un’elevata mortalità. Anche nel caso di sopravvivenza all’evento acuto, sono molto frequenti i residuati neurologici invalidanti. Sempre più pazienti sono sottoposti, per svariate patologie, a terapie che modificano l’emostasi: anticoagulanti ed antiaggreganti. Si tratta di farmaci il cui uso è stato associato ad un’aumentata incidenza e gravità di ICH. Base di questo Studio è stata un’analisi retrospettiva su di un periodo di 44 mesi utilizzando come popolazione quella di una Neurorianimazione che ha un bacino di utenza di circa 500,000 persone. I casi sono stati individuati attraverso database elettronici e l’esame delle cartelle cliniche. Le emorragie sono state valutate direttamente sulle TC dei pazienti. La stima del volume dell’emorragia è stata effettuata con i differenti metodi descritti in Letteratura. Le ICH rappresentano il 4.4% di tutti i ricoveri, e colpiscono maggiormente (ma non solo) maschi anziani. I pazienti in terapia anticoagulante (TAO)/tarapia antiaggregante (TAA) sono rappresentati in modo notevole (29%), e molti pazienti hanno anomalie laboratoristiche dell’emostasi alla presentazione, sistematicamente corrette prima dell’eventuale intervento chirurgico. Il 41% dei pazienti veniva sottoposto a procedura di evacuazione dell’ematoma (e nel 28% anche a decompressione) ed il 18% a posizionamento di derivazione ventricolare esterna (DVE). Sono stati analizzati i fattori associati ad una maggiore mortalità, ed è stato validato l’ICH score. L’ICH è una patologia frequente e con un’elevata mortalità e morbilità. È stato possibile individuare alcuni dei fattori collegati ad una prognosi negativa. Un futuro studio prospettico potrebbe portare a rivedere le nostre pratiche cliniche.


Full Text

PDF


DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.125.1096



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press
Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

Privacy e cookies