L’immunogenetica nel morbo di Whipple

Annalisa Schiepatti - Clinica Medica I, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Alessandra Zilli - Clinica Medica I, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Carla Badulli - Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Fabio Garlaschelli - Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Anna Luisa Cremaschi - Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Federico Biagi - Clinica Medica I, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Miryam Martinetti - Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Gino Roberto Corazza - Clinica Medica I, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia

Abstract


Introduzione: Il morbo di Whipple (MW) è una rara patologia sistemica cronica, causata dal Tropherima Whipplei, un actinomicete Gram positivo, ampiamente diffuso nell’ambiente. Recenti acquisizioni sull’immunologia del WD, hanno dimostrato che il WD è caratterizzato da una risposta immunitaria sbilanciata in senso Th2/Treg nei confronti del T. Whipplei.
Scopo: Obiettivo primario del nostro studio è stato studiare se tale polarizzazione della risposta immunitaria in senso Th2/Treg abbia un background genetico, dal momento che è ben noto come i polimorfismi dei geni codificanti per citochine possano influenzare la suscettibilità individuale a patologie immuno-mediate.
Metodi: Il profilo genetico delle citochine Th1, Th2, Treg è stato studiato in 133 pazienti con MW. Usando la tecnica PCR-SSP è stato possibile studiare i polimorfismi di 13 geni codificanti per citochine in 111 pazienti tedeschi e 22 pazienti italiani affetti da MW. Le frequenze di genotipi, aplotipi e fenotipi funzionali sono state confrontate con quelle ottenute da 201 controlli tedeschi e 140 controlli italiani. Secondariamente, anche l’eterogeneità clinica è stata considerata.
Risultati: da un punto di vista funzionale i pazienti con WD possono essere considerati bassi produttori di TGFβ1, dal momento che in essi si riscontra con un’aumentata frequenza il genotipo TGF-β1 +869C/C, +915C/C (12.3% vs 3.81%, OR=4.131, p=0.0002) e alti secretori di IL-4 dal momento che sono portatori del genotipo IL-4 -590T/T (5.34% vs 1.17%, OR=5.09, p=0.0096). Non sono state trovate associazioni significative tra i polimorfismi dei geni codificanti citochine e la variabilità della presentazione clinica.
Conclusioni: Analogamente a quanto emerso dai recenti esperimenti sulla funzione T cellulare, abbiamo dimostrato che il profilo genetico delle citochine nel WD è sbilanciato verso una risposta di tipo Th2 e Treg. Questo è simile sia nella popolazione tedesca che in quella italiana. Tuttavia, le deviazioni significative nei confronti dei controlli sono minori rispetto a quanto atteso sulla base delle recenti scoperte cellulari.


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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.124.1008



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press
Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

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